Di Salvo Barbagallo
Continuano gli sbarchi a Lampedusa, dove in poco più di 12 ore sono arrivati 177 migranti. Dopo che un barcone con a bordo 71 persone è giunto ieri sera, intorno alle 19.30, direttamente sulle coste della più grande delle Pelagie, nella notte si sono registrati altri due sbarchi autonomi di 89 e 17 migranti.
In realtà si è perduto il “conto” degli sbarchi e degli “sbarcati”: le cifre sulle “presenze” non corrispondono sia perché insieme agli approdi proseguono anche le attività di svuotamento dell’hotspot ormai da tempo (e nuovamente) al collasso. Non solo: quasi sempre è sconosciuto il numero degli sbarchi considerati “clandestini” sulle spiagge dell’Agrigentino, e il numero degli individui che sui barconi si trovano e che dopo hanno fatto perdere le loro tracce, nonostante i controlli delle Forze dell’Ordine.
Quel che è appurato è che circa 80 persone sono state trasferite ieri a bordo del traghetto per Porto Empedocle, mentre continuano le operazioni di imbarco sulla nave quarantena “Allegra”, che dovrebbe poi fare rotta verso Messina. Intanto oggi a Lampedusa arriva anche la “Rhapsody”.
Il “destino” di questi “profughi” che transitano dal suolo Siciliano sulle navi-quarantena (?) poi è dubbio in quanto i “visti” che vengo rilasciati (per quel che si è a conoscenza) non indicano la cosiddetta destinazione finale. Cioè rimangono “ignoti” sia il percorso che effettuano all’interno del territorio italiano, sia il percorso all’interno dei Paesi europei dove molti di costoro si dirigono.
A parte l’incontrollato complessivo flusso di “profughi” (non più “migranti”, ma “ospiti” del Governo italiano), resta sul tappeto la questione dei passaggi di terroristi che utilizzano la massa umana per ben mimetizzarsi e raggiungere la Sicilia. Il “caso Nizza”, a conti fatti, non ha dato alcuna lezione agli attuali responsabili della “politica” governativa. E’ passato già nel dimenticatoio, infatti e a pochissimi giorni di distanza, quanto accaduto nella città francese: l’attentatore Brahim Aoussaoui il 29 ottobre ha ucciso tre persone, decapitandone una, era arrivato a Lampedusa lo scorso settembre a bordo di un’imbarcazione proveniente dalla Tunisia per poi essere trasferito a Bari e lasciato libero di andarsene, con un semplice foglio di via. Risibili e parecchio discutibili le giustificazioni date in merito dal ministro degli Interni Luciana Lamorgese.
Come ricorda e scrive Giovanni Giacalone su “Inside Ower”Era il maggio del 2016 quando l’ex ministro della Difesa del governo Renzi e Gentiloni, Roberta Pinotti, dichiarava che l’arrivo di jihadisti con i gommoni le sembrava quasi impossibile in quanto “sono in grado di comprarsi dei biglietti aerei (…) Una teoria, quella dei “jihadisti che non arrivano con i barconi”, sposata da esponenti politici e delle istituzioni come Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e anche dal magistrato Armando Spataro (…) Renzi a suo tempo lì definì “slogan”, Spataro invece affermò: “Da anni sentiamo dire delle balle sui terroristi che arrivano con i barconi” (…). La lista di terroristi arrivati via mare e che hanno colpito (o erano in procinto di farlo) l’Europa in questi anni inizia ad essere lunga e tra i più noti troviamo il tunisino Anis Amri, l’attentatore del mercatino di Natale di Berlino, ucciso nella notte del 23 dicembre 2016 a Sesto San Giovanni dopo uno scontro a fuoco con una pattuglia della Polizia di Stato. Amri era arrivato a Lampedusa a bordo di un barcone nel 2011 e in Sicilia, oltre ad essersi ulteriormente radicalizzato, si era anche distinto per una serie di aggressioni e atti vandalici in diversi istituti di pena dell’Isola, prima di raggiungere la Germania e colpire a Berlino (…).
Purtroppo è dominante il “fenomeno” della memoria corta nei Governanti il nostro Paese.
Molte altre cose potrebbero aggiungersi, ma resta fermo un interrogativo (da questo giornale posto molte volte): “Cosa nasconde il permissivismo – o, addirittura, favoritismo – in materia di accoglienza dei migranti?”